La Citroën DS di Bianchi-Ogier alla London-Sidney 1968. |
Celebre il caso del Rallye di Monte-Carlo 1966, quando le Mini della BMC che si erano aggiudicate i primi tre posti furono squalificate a causa dei proiettori anteriori che montavano lampade non regolari, a tutto vantaggio della squadra Citroën che piazzò sette DS 19 e 21 tra i primi venti equipaggi, inclusa la vettura vincitrice con i finlandesi Toivonen e Mikkander.
Neanche due anni dopo, la squadra BMC pensò di prendersi la rivincita sulle Citroën DS sfidandole sul loro terreno preferito: quello delle grandi maratone, partecipando alla clamorosa London-Sydney, una gara ai limiti dell’impossibile su un percorso di quasi 10.000 miglia che attraversava continenti e oceani, disputata dal 24 novembre al 18 dicembre 1968.
Tra le DS iscritte c’era quella condotta dal grande Lucien Bianchi, pilota nato a Milano ma naturalizzato belga che tante vittorie aveva regalato alla squadra Citroën.
Bianchi era in coppia con Jean-Claude Ogier, i due corsero bene fin dall’inizio conquistando la testa della gara nell’ultima tappa, quella in Australia di 2.600 miglia, che condussero da subito con una trionfale galoppata fin quasi al traguardo.
Ma fu a quel punto che la storia si tinse di giallo: a meno di cento miglia da Sidney, con vantaggio siderale sugli inseguitori, una vettura BMC parcheggiata lungo il tracciato si mosse, apparentemente senza nessuno a bordo, colpendo in pieno la Citroën DS 21 di Bianchi-Ogier che arrivava in piena corsa, distruggendola e costringendo i due al ritiro dalla competizione.
Dopo questa disavventura, La DS ebbe modo di prendersi la rivincita pochi mesi dopo, con una incredibile vittoria di squadra al Rally del Marocco, exploit ripetuto anche nel 1970.
L’ultima vittoria della DS in competizione sarà ancora al Rally del Marocco, nel 1975, con la versione 23 affidata a Jean Deschazeaux, prima del Gruppo 1 e quarta assoluta, vittoria conquistata quando la DS era già fuori produzione da diversi mesi.
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