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venerdì 9 novembre 2018

LANCIA MEGAGAMMA BY ITALDESIGN: IL MONOVOLUME GRIFFATO, L'OCCASIONE MANCATA

Lancia Megagamma del 1978: monovolume in anticipo sui tempi.
In chiusura dei festeggiamenti per i 50 anni di attività di Italdesign - nata il 13 febbraio 1968 come SIRP (Studio Italiano Realizzazione Prototipi) per iniziativa di Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani – e per anticipare… il fine settimana, ricordiamo un prototipo che di anni ne compie 40 e che al momento della sua realizzazione ha anticipato i tempi in maniera inequivocabile.
Parliamo di Lancia Megagamma, forse il primo monovolume della storia moderna. Il prototipo, concepito nel 1978 ed esposto al Salone di Torino dello stesso anno, si basa sul telaio e sulle meccaniche della Lancia Gamma 2500.

Il pianale è piatto, allineato con il taglio della portiera, lo spazio ottenuto tra il telaio ed il pianale contiene il serbatoio e la ruota di scorta, lasciando così più spazio per il compartimento interno. La Megagamma è di 247 mm più alta e 290 mm più corta della Lancia Gamma; il compartimento è aumentato di 170 mm.
In un’ottica di trasporto pubblico, la Megagamma poteva essere equipaggiata con una porta scorrevole per permettere l’ingresso dei passeggeri. Due sedili addizionali pieghevoli potevano essere installati di fronte ai sedili posteriori e lo spazio di fianco al guidatore poteva essere utilizzato per i bagagli.



Con la Megagamma si concludeva il primo decennio di attività della Italdesign, contraddistinto dai grandi progetti destinati alla produzione di massa. Ad esempio, l’Alfa Romeo Alfasud lanciata nel 1972 e costruita per 12 anni in oltre un milione di esemplari. Nel 1974, poi, arriva la consacrazione internazionale: Volkswagen ha bisogno di un modello per sostituire l’ormai quarantennale Maggiolino. Con tipico pragmatismo tedesco, i manager di Wolfsburg incaricano l’importatore italiano di indicargli il miglior car designer. Dopo la visita del Salone di Torino del 1969 Richard Gumpert, importatore di VW per l’Italia, aiutato da alcuni giornalisti, sceglie sei progetti tra quelli esposti, quattro di essi erano stati disegnati da Giugiaro. La Italdesign sarà quindi responsabile del progetto Golf che tra il 1974 e il 1983 vende oltre 6 milioni di unità.
E per concludere in bellezza ecco un progetto che resterà nella storia e che sarà l’unica parentesi produttiva della Italdesign: la BMW M1.

BMW M1, la supercar bavarese prodotta in serie.
Gli anni ’80 sono caratterizzati da una fruttuosa collaborazione con il Gruppo FIAT: Panda, Uno, Delta, Prisma, Thema, Croma, sono tra le vetture più vendute di quegli anni.
Il decennio appena iniziato vede anche un’espansione delle attività dell’Italdesign nel campo del disegno industriale, con la creazione della divisione “Giugiaro Design”.
Negli anni ’80 si consolida l’espansione verso mercati emergenti come Corea e Giappone. Il ventesimo anniversario viene festeggiato con la creazione del trittico Aztec/Aspid/Asgard: tre diverse interpretazioni con meccanica e pianale derivati dall’Audi 80, le linee dichiaratamente futuristiche faranno sì che Roger Corman, regista americano, voglia questi prototipi per un suo film di fantascienza ambientato nel 2030.

Le Aztec, Aspid e Asgard realizzate su pianale Audi 80.
L’ultimo decennio del secolo vede Italdesign investire in due direzioni: tecnologia e internazionalizzazione. Nel 1992 viene fondata la sede Italdesign di Barcellona, alla luce della collaborazione con Seat. Seguiranno l’apertura di due uffici in Germania, a Ingolstadt e Wolfsburg, l’apertura del Centro Stile di Palo Alto, in California, e l’ufficio di rappresentanza a Shanghai. Nel 1999 Italdesign è tra le prime aziende private in Europa a dotarsi di un Centro di Realtà Virtuale. Nel 2001 i prototipi Tiny e SUV sono i primi interamente disegnati e progettati in realtà virtuale.
Agli studi per supercar e marchi di lusso come Bugatti e VW, Italdesign affianca i primi studi per una mobilità sostenibile e condivisa: il progetto Biga del 1992 è forse troppo in anticipo sui tempi, ma già prefigura l’utilizzo della mobilità come servizio: la Biga è una vettura non desinata alla vendita a privati ma alla condivisione.

Bugatti Chiron del 1998.
Il prototipo celebrativo dei trent’anni anni dell’azienda è la Structura, che sarà anche l’auto testimonial della candidatura di Torino a Città delle Olimpiadi Invernali del 2006.
Gli anni 2000 si aprono con un risultato prestigioso: i record di velocità nelle 24 ore stabilito dalla Volkswagen W12 sul circuito di Nardò. Il progetto W12 era stato richiesto da Volkswagen per poter esaltare il neonato motore W12. L’anno successivo è quello della Brera, presentata come prototipo a Ginevra, il successo fu tale che l’Alfa Romeo fu “costretta” a trasformarla in auto di produzione, che verrà messa sul mercato tre anni più tardi. Nel 2003 Italdesign presenta Kubang, il primo SUV pensato per un marchio sportivo, Maserati.

Con la Biga del 1992 un nuovo concetto di mobilità.
La vettura celebrativa del quarantesimo anniversario è, appunto, la Quaranta; supercar ibrida dal design unico è una rivisitazione anni 2000 del primo prototipo firmato Italdesign, la Bizzarrini Manta. Di essa riprende l’impostazione con guida centrale e il design da monovolume sportiva.
Nel maggio 2010 il Gruppo Volkswagen acquisisce il 90,1% di Italdesign dalla famiglia Giugiaro, diventerà il 100% nel luglio 2015. Insieme a Audi, Lamborghini e Ducati (acquisita nel 2012) forma il polo del lusso all’interno del Gruppo.



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