venerdì 19 ottobre 2018

SULLE STRADE DELLA PORSCHE 356/1, LA LEGGENDARIA "NUMERO UNO"

La Porsche 356/1, la "Numero 1", è entrata di diritto nella leggenda.

Dal punto di vista tecnico non c’è molto da segnalare sulla 356/1, la prima sportiva costruita da Porsche e a sfoggiarne il marchio. La carrozzeria in alluminio riveste il telaio a traliccio; gli assali, lo sterzo e i freni sono derivati da quelli del Volkswagen Maggiolino, così come il motore posteriore da 1,1 litri, potenziato da Porsche con 10 cavalli in più grazie all’adozione di una nuova testa cilindri. Con soli 35 CV, ma grazie al peso contenuto in appena 585 chili, la 356/1 riusciva a raggiungere i 135 km/h di velocità massima.
La Porsche “Numero 1” nacque come “Type 356 VW SportWagen”, o semplicemente “VW Sport” (in conseguenza alla stretta parentela che la legava alla popolare Volkswagen, anch’essa di progettazione Porsche). L’idea di questo modello risale all’estate 1947. E il 5 febbraio 1948 Ferry Porsche si sedette al posto di guida per la prima volta. Questo “battesimo della strada” avvenne nella città austriaca di Gmünd, sede delle officine Porsche sin da quando Ferdinand non fu obbligato a lasciare la Germania nel 1944.
Quando arrivò il momento di presentare il nuovo modello, battezzato ufficialmente “Sport 356/1”, Porsche guardò alla Svizzera, scegliendo come palcoscenico il Gran Premio ospitato al circuito di Bremgarten, dov’era presente una notevole rappresentanza della stampa specializzata. Sui 7,26 chilometri del pericoloso tracciato svizzero avvenne quindi la prima prova su strada di un giornalista. Questa venne poi pubblicata sulla rivista Swiss Automobil-Revue, il 7 luglio 1948. Si leggeva che la vettura trasmetteva piena fiducia, era una moderna, bassa e pratica sportiva, adatta sia all’uso quotidiano, sia alla partecipazione ad eventi sportivi, perché garantiva controllo e stabilità nelle curve strette.


Successivamente, Porsche vendette la “Numero 1”, ancora in Svizzera. Come prima vettura Porsche omologata, adottò la targa ZH 20640 emessa il 20 dicembre 1948. Peter Kaiser, un architetto tedesco che viveva a Zurigo, ne divenne il primo proprietario dopo averla pagata 7.500 franchi svizzeri. Kaiser sostituì i freni azionati a cavo con quelli a funzionamento idraulico e modificò la scritta Porsche facendola diventare “Pesco”: un nome dalla più gradevole assonanza italiana, ma che di certo non fece pubblicità al suo costruttore.
A causa di numerosi problemi accusati dalla vettura, l’anno successivo venne venduta ad un commerciante e da lì iniziò una lunga serie di passaggi di mano, sempre in territorio svizzero. Nel 1952, poi, un appassionato di auto sportive, Hermann Schulthess, la comprò, ne modificò di nuovo i freni e sostituì il motore originale con uno da 1,5 litri; quindi iniziò ad usarla in gare di slalom, fino a quando non venne tamponato da una Opel - con sei suore a bordo - durante un viaggio in montagna. Nel ripararla, Schulthess la fece ulteriormente modificare adottando passaruota più larghi e luci posteriori rotonde.


Dopo altri passaggi di proprietà, nel 1958 la vettura tornò alla Porsche per mano di Franz Blaser, che la consegnò in cambio di una nuova 356 Speedster. Venne ripristinata senza più lasciare la Casa madre, che ancora oggi la custodisce nel suo museo.
Tornando all’epoca, Porsche pensò di portare in Svizzera la produzione in serie del modello 356, perché a Gmünd non c’erano le condizioni idonee, soprattutto quelle politiche. Così, solo 52 telai vennero costruiti in Austria. La seconda Porsche, la 356/2, venne mandata alla carrozzeria Beutler di Thun per accertare la possibilità di realizzare la versione cabriolet. Ernst Beutler rimase impressionato: il primo disegno in scala 1:1 venne completato nel luglio 1948, Porsche ne fu soddisfatto e ordinò la realizzazione di cinque esemplari.


Nel 1949, Porsche partecipò al Salone di Ginevra con la Gmünd-Coupé (356/2-001) e la Beutler-Cabrio (356/2-002): costavano rispettivamente 15.000 e 17.000 franchi svizzeri.
Alla fine dell’anno Porsche tornò in Germania fondando la “Porsche Konstruktionen GmbH” e stabilendosi in un reparto di 600 metri quadri all’interno della “Karosseriewerke Reutter & Co. GmbH”, a Stoccarda-Zuffenhausen. In cambio, la Reutter ricevette l’ordine di costruire 500 carrozzerie in acciaio. La produzione in serie delle prime 356 iniziò nel marzo 1950.



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