La straordinaria avventura dei Porsche nella produzione
automobilistica inzia nel 1948 con la nascita della 356 Roadster progetta da
Ferdinand “Ferry” Porsche. Nel 1963, quindici anni più tardi, è stato il turno
del secondo, grande progetto Porsche che ha dato vita ad una delle più famose
icone automobilistiche di tutti i tempi: la 911.
La meccanica della prima 911
prevede un motore completamente nuovo con 6 cilindri contrapposti raffreddati
ad aria, 2 litri di cilindrata e 130 CV di potenza massima. Lo stile della
vettura viene affidato a Ferdinand Alexander “Butzi” Porsche, figlio di Ferry,
che, affiancando il responsabile delle carrozzerie Erwin Komenda, disegna una
sportiva 2+2 dalla linea sobria e moderna.
I lavori per la nuova sportiva di Zuffenhausen iniziano nel
1959. Intorno al tavolo ci sono Ferry e Butzi Porsche, Erwin Komenda, Walter
Beierbach della carrozzeria Reutter e Klaus von Ruckert che si occuperà di
sviluppare il motore. Un primo prototipo, denominato T7, viene allestito su un
telaio con il passo di 2,40
metri (lo stesso del Maggiolino Volkswagen). La linea
approntata da Komenda non convince Ferry Porsche, che ne fa realizzare un altro
seguendo le linee tracciate dal figlio Butzi. Questo ha il passo accorciato a 2,20 metri , la coda
molto più rastremata e nel complesso più sportiva.
Dopo un lungo periodo di sviluppo – nel frattempo vari
prototipi circolano con i vecchi 4 cilindri boxer delle 356 – arriva anche il
propulsore definitivo con sei cilindri, due valvole per cilindro, un asse a
camme per bancata e carter secco. È un motore robusto ed elastico, già pensato
per futuri aumenti della cilindrata che al momento del lancio è di due litri.
La presentazione ufficiale della nuova vettura avviene in
occasione del Salone di Francoforte 1963: si chiama 901. Il pubblico la
accoglie con positivo stupore, solo la Peugeot ha qualcosa da ridire proprio
nei confronti del nome, perché ha registrato tutte le sigle a tre cifre con lo
zero al centro. Ecco perché la 901 diventerà,da quel momento e fino ad oggi,
911.
La produzione della Porsche 911 iniza solamente nel 1964.
Due anni dopo appare la 911T con allestimento semplificato e motore meno
potente per ridurne il prezzo d’acquisto. Il primo intervento più deciso
avviene nel 1968, quando viene allungato il passo di 57 mm e il motore diventa a
iniezione arrivando a 140 CV per la versione E, e 170 per la S. Un anno più
tardi le prestazioni salgono ancora grazie al propulsore di 2,2 litri che equipaggia
tutte le versioni: 911T (125 CV), E (155 CV), S (180 CV). C’è anche la variante
Sportomatik con cambio automatico. Nel 1971 si cresce ancora arrivando ai 2,4 litri per 130, 165 e
190 CV.
Nel 1972 arrivano gli allestimenti Carrera RS 2.7 e Carrera
RSR 2.8, da 210 e 300 CV. Sono vere e proprie vetture da corsa con tanto di
appendici aerodinamiche e passaruota allargati. Successivamente, con i motori
3, le potenze saliranno a 230 e 330 CV. Nel 1974 arriva anche il turbo che
equipaggia la 911-930 con il 3
litri da 260 CV.
A vent’anni dal lancio, nel 1983 è l’ora della 911 SC
Cabrio, mentre alla fine del decennio si registra il primo vero salto
generazionale con il progetto siglato 964, il cui lancio avviene con la Carrera
4 dotata di trazione integrale. Seguono la Carrera 2 e le versioni Targa e
Cabrio. Nasce anche il cambio Tiptronic automatico a 4 rapporti. Le versioni
Turbo hanno motori da 3,3 e 3,6
litri con potenze di 320 e 360 CV. Così si chiudono i
primi trent’anni di vita del mito.
Il 1993 fa rima con la nuova sigla di progetto 993. E’
quella che contraddistingue una 911 ulteriormente rinnovata. La carrozzeria è
molto più aerodinamica, l’asse posteriore aggiornato assicura una migliore
tenuta di strada, il cambio meccanico ha sei marce. La versione aspirata ha 272
CV, quella sovralimentata (lanciata nel 1995) arriva a 408 CV.
È l’era moderna della 911, che vive una costante evoluzione
tecnica e stilista: sempre uguale e sempre diversa. Nel 1997 viene
completamente riprogettata con l’aggiornamento 996, che spicca per una piccola,
grande rivoluzione: il raffreddamento ad acqua. All’inizio del secondo
millennio, nel 2001, la 911 è spinta dal sei cilindri di 3,6 litri per 320 CV,
mentre la Turbo sfonda il muro dei 300 km/h con i suoi 420 CV di potenza massima.
Il cambio Tiptronic, nel frattempo, è passato ai 5 rapporti.
Un’automobile come la 911 non poteva certo sottrarsi
all’attività sportiva. I circuiti sono stati il suo terreno ideale, ma la coupé
di Stoccarda si è anche distinta nelle corse in salita, nei rally e anche nelle
maratone africane come la Dakar. Questo modello si è battuto nella categoria
della auto di produzione sin dal 1964. In America, ad esempio, ha vinto la
categoria C nel campionato SCCA dal 1967 al 1969. Ha poi vinto
l’europeo rally nel 1967; nel 1968
ha conquistato il Rallye di Montecarlo.
La Porsche 911
ha mantenuto intatto il suo fascino in tutte le serie
prodotte. Forse nessun’altro modello è riuscito a rinnovarsi nell’arco di mezzo
secolo pur rimanendo sempre fedele ai suoi canoni identificativi. Dalla 901
delle origini alla odierna 991 il filo rosso non si è mai spezzato.
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